martedì 24 settembre 2013

Ritrovarti, Véronique Olmi

Scorrevole e piacevole, curioso e leggero, dall’inizio e fino a oltre la metà. E poi si perde. Si perde un po’ il senso, si perde un po’ la consistenza fino a diventare tutto troppo irreale. E quella che poteva essere una favola nella quale perdersi un po’, ricordandosi che la vita vera abita da un’altra parte, alla fine ti lascia solo una sensazione di sciocco vuoto. Come se l’autrice non sapesse come far finire questa storia. O forse le favole sono difficili da far finire … soprattutto quelle dentro di noi e alla fine hanno solo bisogno, per cessare, di una fine ancora più assurda del loro esistere.
“… Non ho mai visto nessuno capace di astrarsi con tanta presenza ...” “… Sogniamo il bacio capace di risvegliare la principessa che ha dormito tanto di quel tempo da avere capelli lunghi come la noia, sogniamo un annuncio sul giornale che ci rimette in piedi di colpo, il cuore percorso da una scarica elettrica, gli occhi spalancati, e tutto quello che non è più' per la nostra età può finalmente accadere. ... La vita non era quello, ovvio, eppure era lì che la sentivo, e in un modo nuovo. ... Dove vanno i nostri gesti? Se si riceve tanto quanto si è dato, tenuto, cullato, stretto fino a restare senza respiro, allora un giorno prima o poi qualcuno ci richiama? Un giorno ci viene chiesto di tornare e ricominciare? …”

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