venerdì 12 maggio 2017

Atlante degli abiti smessi, Elvira Seminara

Le cose si sfaldano, dice Chatwin, se non le accarezzi ogni tanto. I vasi vogliono acqua e fiori, se no ti cadranno di mano quando li sposti, a me è successo. Guardali, ogni tanto, i quadri appesi a casa tua. Per chi si affaticano, se no, aggrappati a quel chiodo per anni? Toccali, con la scusa di spolverarli. E fermati quando si sbilanciano di lato. Lo fanno per attirare la tua attenzione. 
Vigila, Corinne. Sull'istante in cui le cose cominciano a perdere il loro contegno. A fare ad esempio un verso strano, una specie di strofinio, come se fra i cardini delle porte, in mezzo alle gambe delle sedie, l'aria ferma cominciasse a friggere, a crepitare. Le senti ansimare tutte, ribollire, persino i cuscini. È il momento di fare qualcosa. 

Lessico sublime, atmosfera unica, da leggere fra un temporale ed un altro.
Per ritrovarsi. 

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