venerdì 1 maggio 2020

Tu l'hai detto. Connie Palmen

Dopo aver letto un libro diverso e in quel diverso riconosci la maestria della scrittura, il fascino di una storia, la poesia dell'amore, la tragedia di qualcosa di dannato, il dolore dell'animo più profondo, le tenebre dalle quali seppur lottando non ci si riesce a volte a sollevare, mi sento così stravolta e travolta dall'aver paura a prendere in mano un altro volume. La paura del vuoto e dell'indifferenza, del non coinvolgimento, della superficialità, del non avere nutrimento per il corpo e la mente. Questo romanzo, finito e ripercorso, durante questa notte tra aprile e maggio, quando tutto il mondo è fermo, impaurito e in silenzio, mi ha fatto sentire, attraverso i protagonisti, i rumori le voci e le grida del mondo. Mi ha fatto leggere, ancora una volta, come dietro ad ogni nostra storia e al nostro modo di viverla e raccontarla, c'è il modo di viverla e raccontarla di chi ci sta di fianco. Ognuno con il proprio profondo sentire, mai capace di essere raccontato definitivamente e capace di raggiungere l'altro. Nelle storie d'amore e di vita, tutto è sempre vero e assoluto. Qualsiasi sia la voce a raccontarla. Perché la verità è che la nostra verità è solo nostra. Il posto di questo romanzo sara' ai piedi del letto e da li', insieme a pochi altri, non potrà mai traslocare in una libreria, mescolandosi ai più.


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